I reperti rinvenuti documentano una transizione tra
l'epoca veneto-antica e l'epoca romana priva di scossoni, questa fase identificabile come
fase di romanizzazione, ha tutte le caratteristiche di una pacifica colonizzazione
culturale e commerciale durante la quale l'etnos paleoveneto assorbe usi e
costumi dei potenti "alleati". In particolare reperti di cultura veneta sembrano
essere contemporanei a prodotti di produzione romana. Interessante a questo riguardo è il
caso di almeno tre siti in cui i reperti rinvenuti documentano una frequentazione continua
dal V sec. a.C. al III d.C.
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In una zona lontana dalle vie di comunicazione
importanti come le strade consolari o la navigazione fluviale e perilagunare, il materiale
archeologico ha testimoniato un mondo contadino caratterizzato da piccole aziende,
molto spesso di modesta entità, com'erano in epoca veneto antica, mentre in soli tre siti
la presenza di ceramica a pareti sottili e vetro indicano una certa agiatezza. In particolare i
marchi di fabbrica posti sui laterizi indicano Padova come polo d'interesse economico,
ricalcando
forse la situazione dell'epoca precedente. Le fonti indicano questa zona agro
del municipium di Altino ma tale dipendenza non è documentata nemmeno a
livello di viabilità. |
A partire dal II sec. d.C., come risulta dalla scarsità delle evidenze
archeologiche, ebbe inizio il processo d'abbandono riscontrato in tutta
la pianura Padana e in particolare nella Venezia, causato principalmente dal mutare delle
condizioni ambientali divenute sempre più sfavorevoli e dalla crisi politico-militare
dell'impero romano. |