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CONTESTO STORICO NELL'ANTICHITA'

Verso la fine del II millennio a.C. (età del bronzo finale) s'insediò nell'area corrispondente all'odierno Veneto la popolazione dei Veneti.

Amanti della pace, seppero tuttavia mantenere la propria indipendenza dalle genti vicine fino al II sec. a.C., quando vennero a contatto con i Romani.

Il Veneto entrò nell'orbita di Roma gradatamente e in forma pacifica; non ci sono pervenute testimonianze di fatti d'arme. Questo processo prende il nome di romanizzazione. Già nel 225 a.C. i Romani avevano stipulato con le popolazioni locali la prima alleanza contro i Galli, in seguito i legami politico-militari si fecero sempre più stretti e furono di reciproco vantaggio.

principali centri paleoveneti sulla sagoma dell'attuale regione Veneto

Agli ultimi anni della Repubblica si fa risalire la definitiva fusione tra Veneti e Romani.

Questi ultimi con l'introduzione della centuriazione, organizzazione agraria che promuoveva le risorse economiche locali, favorirono il passaggio da un'economia in gran parte di sussistenza ad una produzione di qualità a seguito degli abbondanti raccolti di cereali, legumi, vino e dei prodotti legati alla pastorizia spesso destinata all'esportazione. I Romani, inoltre, con questa poderosa organizzazione territoriale, ebbero il controllo del nostro territorio, sfruttando  le varie possibilità ambientali e morfologiche, come la fascia orizzontale pedemontana (via Postumia) e quella perilagunare (via Annia).

La nostra regione era ben collegata alle zone d'oltralpe principalmente mediante due strade che giungevano a Trento, una dal Po attraverso Verona e la val d'Adige, l'altra, la Claudia Augusta, costruita nel 15 a.C., da Altino attraverso il medio corso del Piave e l'alta Valsugana.

Per quanto riguarda l'organizzazione amministrativa, dopo  la concessione della cittadinanza romana ai municipia della Cisalpina (49 a.C.), il territorio era suddiviso fra i singoli centri. Questa forma amministrativa prevedeva sia l'istituzione di nuove cariche sia la conservazione degli usi e dei costumi locali.

I municipia, inseriti dopo la riforma di Augusto nella X Regio (che comprendeva parte della Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Istria), dovettero svilupparsi in un clima di "serena operosità"  fino alla traumatica invasione nel 168-169 d.C. dei Quadi e dei Marcomanni, che distrussero Oderzo e dovettero imporre nuove condizioni di vita alla regione.

pars italie, quae Venetia appellatur

Successivamente, dopo le numerose incursioni dei barbari al tempo dei regni di Gallieno (260-268) e di Aureliano (270-275), iniziò un periodo di progressiva decadenza. Nella stessa Altino le testimonianze archeologiche tendono a diradarsi alla fine del II sec. d.C., per diventare sporadiche nel III d.C. In seguito, riguardo alla storia dei nostri territori, si ha il silenzio delle fonti letterarie fino al VI sec. d.C. con Cassiodoro, Procopio e Venanzio Fortunato, ma anche con lo storico Paolo Diacono nel corso del secolo VIII.