Agli ultimi anni della Repubblica si fa risalire la definitiva fusione tra Veneti e Romani. Questi ultimi con l'introduzione della centuriazione, organizzazione agraria che promuoveva le risorse economiche locali, favorirono il passaggio da un'economia in gran parte di sussistenza ad una produzione di qualità a seguito degli abbondanti raccolti di cereali, legumi, vino e dei prodotti legati alla pastorizia spesso destinata all'esportazione. I Romani, inoltre, con questa poderosa organizzazione territoriale, ebbero il controllo del nostro territorio, sfruttando le varie possibilità ambientali e morfologiche, come la fascia orizzontale pedemontana (via Postumia) e quella perilagunare (via Annia). La nostra regione era ben collegata alle zone d'oltralpe principalmente mediante due strade che giungevano a Trento, una dal Po attraverso Verona e la val d'Adige, l'altra, la Claudia Augusta, costruita nel 15 a.C., da Altino attraverso il medio corso del Piave e l'alta Valsugana.
Successivamente, dopo le numerose incursioni dei barbari al tempo dei regni di Gallieno (260-268) e di Aureliano (270-275), iniziò un periodo di progressiva decadenza. Nella stessa Altino le testimonianze archeologiche tendono a diradarsi alla fine del II sec. d.C., per diventare sporadiche nel III d.C. In seguito, riguardo alla storia dei nostri territori, si ha il silenzio delle fonti letterarie fino al VI sec. d.C. con Cassiodoro, Procopio e Venanzio Fortunato, ma anche con lo storico Paolo Diacono nel corso del secolo VIII. |