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Comune di Noale: itinerario culturale
I SEGNI DELLE EPOCHE

I pochi cenni di storia noalese dicono già quale ricchezza di vestigia si può riscontrare nel capoluogo che ebbe il grado di podesteria sotto Venezia, comprendente le frazioni di Briana, Moniego, Cappelletta, ma anche Salzano,Robegano, Scorzè, Trebaseleghe e Fossalta, Maerne, Ronchi di Piombino; ebbe un collegio ed una accademia notarili.

Poi, sotto Napoleone divenne comune e sotto l'Austria capoluogo di distretto. Pur in mezzo a tante traversie storiche, Noale si ingrandì e si abbellì. Di ciò restano fortunatamente molte testimonianze. Possiamo ora dare l'avvio alla visita: già al quadrivio del centro, si può gettare lo sguardo a sinistra e a destra, dove si aprono le due piazze ,XX Settembre e Castello, non senza prima avere ammirato la Colonna della Pace, opera di Paolo Pino Veneziano, sec XVI.

E una specie di visione d'assieme capace di definire già, sia pure in forma approssimativa e superficiale, la caratteristica struttura urbanistica e architettonica noalese e anche la sostanziale compattezza della sua realtà civile e umana.

Piazza XX Settembre presenta un notevole interesse urbanistico, con alcuni palazzi, tra cui il settecentesco Palazzo Scotto, sede della Biblioteca Comunale e dell'Archivio Storico, uno dei più prestigiosi del Veneto; l'ospedale, con la chiesa ricavata dalla trasformazione dell'antico atrio dell'ospedale, nella quale vi è una statua della Madonna col Bambino, già detta del Fuoco e dei Battuti opera di ignoto della fine del Quattrocento o del principio del Cinquecento.

All'esterno della chiesa, sotto il porticato, a destra sopra l'antico ingresso dell'Ospedale, vi è un affresco del 1661, che rappresenta anch'esso la Madonna dei Battuti. Ma l'interesse del visitatore è attratto, appena si sposta di nuovo al centro, dal maestoso Palazzo della Loggia, già sede del Municipio, costruito su progetto dell'architetto Pietro Businari di Padova, con belle colonne e archi, a merlatura neoguelfa. Sotto la loggia riposano i resti del patriota noalese Pietro Fortunato Calvi.

Nella sala del Consiglio attualmente vi trovano posto la maggior parte dei pregiati quadri del pittore noalese Egisto Lancerotto, bei mobili antichi e altri oggetti. Subito allo sguardo s'affaccia poi il cuore del centro storico di Noale, con la Torre dell'Orologio, che immette in Piazza Castello, il "Compasso". All'interno della grande porta si può ammirare un bronzo raffigurante la Libertà, in onore di Pietro Fortunato Calvi, opera di Emilio Greco. Sullo sfondo della via la Torre delle Campane, restaurata da pochi anni sede anche della Galleria d'Arte dedicata a Emilio Greco, il grande artista catanese cittadino onorario di Noale.

Qui si può vedere il vero impianto urbano di Noale, derivato da una struttura militare medioevale, la cui parte più antica è rappresentata dalla Rocca del Tempesta, un complesso formato da alte mura e torri protetto da un ampio fossato nei quale scorre l'acqua del Marzenego. Una passeggiata, seguendo gli spalti, è quanto mai suggestiva e offre un'immagine sufficientemente precisa dell'antica Noale medioevale, perché‚ la struttura generale è ben conservata, nonostante il sovrapporsi di nuovi elementi su quelli originari. Salendo sulla Torre delle Campane, dall'alto è possibile godere un panorama davvero stupendo e sommamente indicativo dello stesso impianto urbanistico di Noale e del territorio circostante.

Nella Piazza Castello è evidente la trama architettonica della cittadina contraddistinta da edifici con portici gotici, con frequente uso di affreschi, tutte particolarità, che segnano l'appartenenza di Noale al territorio trevigiano In essa vi è ora il nuovo Municipio. Da visitare la Chiesa Arcipretale: difficile stabilire l'epoca esatta della fondazione, ma senz'altro anteriore al Mille. Subì parecchi lavori e rifacimenti. Pregiato è il fonte battesimale, del 1420, arricchito di pitture di Andrea Schiavone; di notevole valore la pala di Damiano Mazza, scolaro di Tiziano; come pure gli altari soprattutto quello detto del Sansovino in pietra d'lstria; la pala dell'Assunta di Alvise Vivarini (già creduta di Cima da Conegliano) e l'Altare dei Battuti con la Madonna delle Grazie; il quadro di S. Giovanni, Pietro e Paolo di Lattanzio da Rimini (già creduto del Carpaccio); la pala di S Giovanni Evangelista, opera del Fialetti, scolaro del Tintoretto.

Una visita è d'obbligo anche alla Chiesa dell'Assunta, di stile pressoché‚ totalmente romanico, che era annessa a un monastero poi demolito. I quattro altari sono di buona fattura: buone le varie pale e preziosa, infine, la pila per l'acqua santa, di bardiglio nero. L'arte quindi, è ben rappresentata a Noale: oltre alle opere di grande valore della Chiesa Arcipretale, c'è il patrimonio artistico lasciato in eredità dal pittore Egisto Lancerotto che si può vedere, per ora sia nelle sale del Palazzo della Loggia, sia della Biblioteca comunale, sia nella nuova sede municipale; e il patrimonio di acqueforti e litografie donate a Noale da Emilio Greco.

Da Piazza Castello, attraverso la breve via Ca' Matta nella quale vi è la Chiesetta del Rosario, un piccolo edificio composto da chiesetta sagrestia e campaniletto a vela, del '700, si giunge al ponte che porta alla Rocca, già  dimora dei Tempesta il complesso più antico di Noale, dalla suggestione inalterata, sia per le memorie del passato, sia per il paesaggio di verde e acque che lo circonda. Infine è da vedere anche Villa Rossi, che, nonostante il degrado attuale, specchia qualcosa della sua bellezza ottocentesca in un'ansa del Marzenego. Una sia pur breve visita alle frazioni di Noale non è certo inutile: a est, sulla statale per Treviso, Moniego rappresenta una singolarità storica. Infatti, fino al XVIII sec fu soggetta nientemeno che al patriarcato di Aquileia di cui vi è memoria nell'antica Pieve di S Maria Annunciata (1358).

A nord del centro urbano, Cappelletta, immersa nella verde campagna, tipicamente veneta, risale certamente a prima del 1185, in quanto la sua chiesa, dedicata S. Margherita, è citata in una bolla pontificia di quell'anno. All'interno, una preziosa pila per l'acqua santa in alabastro dell'VIII-IX sec. e un trittico ad altorilievo in pietra di Nanto del Quattrocento. Nella località, delle numerose ville del patriziato veneziano è rimasta solo al settecentesca Villa Sailer costruzione a tre piani con lesene ad origini sovrapposti, portico d'ingresso con colonne doriche, barchessa e oratorio. Infine, a sud-ovest, sulla statale per Padova, Briana, che ha una chiesa interessante del '700, con una bella pala della scuola del Tiepolo. Inserita in un vasto parco, si può vedere Villa Gradenigo, pregevole costruzione ottocentesca.

 
Il precedente testo è tratto da "Itinerari in Provincia" a cura
dell'Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia edito nel 1993 da
Edizioni Turismo Veneto.